TECNICA COSTRUTTIVA DELLE TORRI MEDIOEVALI


La tecnica costruttiva delle torri medioevali è quella detta "a tufelli", che è caratteristica di tutta la Campagna Romana.
Questa tecnica discende direttamente dalla tecnica romana dell'opus listatum e prevede la costruzione del muro secondo filari orizzontali; venivano realizzati prima i paramenti murari delle due facce esterne del muro che erano costituiti da blocchetti lapidei di forma regolare, quindi veniva realizzato il nucleo interno per orizzontamenti corrispondenti a ciascun filare esterno, che era costituito da elementi lapidei di forma irregolare e di varie pezzature, legati da abbondante malta costituita da calce, pozzolana e inerti (sabbia, frammenti tufacei).


Per il paramento murario, il materiale più utilizzato era il tufo, che è un materiale molto diffuso e di facile reperibilità in tutta l'area della Campagna Romana; un'altro materiale molto diffuso erano i blocchetti di selce che venivano ricavati dalle pavimentazioni delle antiche strade romane.
Sono rarissimi i casi di utilizzo di mattoni in laterizio, comunque sempre di recupero.
Ci sono poi degli esempi di torri, definite spesso come "vergate", il cui paramento murario è costituito da fasce alternate di blocchetti di selce nera e scaglie di calcare o marmo di colore bianco.
Spesso per riprendere l'orizzontalità dei vari filari venivano interposti dei filari di mattoni in laterizio di recupero; anche elementi architettonici come le cornici delle finestre erano spesso costituiti da marmi di recupero.

Paramento murario in blocchetti di tufo


Paramento murario in blocchetti di selce


Paramento murario con ricorsi di selce e marmorei alternati


Paramento murario in mattoni di recupero (molto raro)



La muratura veniva realizzata per mezzo di impalcature lignee che crescevano insieme alla costruzione, costituite da pali in legno infissi nel terreno parallelamente al muro in corso di costruzione e collegati insieme da travature longitudinali, c'erano poi dei travetti trasversali poggianti da un lato sulle travature longitudinali e dall'altro sui muri in corso di realizzazione, al di sopra dei travetti trasversali erano posati gli impalcati costituiti da tavole lignee al di sopra delle quali potevano lavorare i muratori; queste strutture era tenuta insieme da corde. I ponteggi esterni si sviluppavano per tutta l'altezza della costruzione, mentre quelli interni erano costituiti da impalcati costruiti al di sopra dai travetti trasversali che erano prolungati fino all'interno della costruzione.
I vari impalcati erano sovrapposti ad una distanza di circa 1,5 metri l'uno dall'altro, che è una altezza idonea a consentire al muratore di lavorare con una certa comodità.
Una volta terminata la muratura, venivano smontati i ponteggi e i travetti trasversali venivano tagliati a filo muro o rimossi, lasciando i così detti "fori da ponte", che caratterizzano tutte le murature di epoca medioevale della Campagna Romana.


La costruzione era affidata a maestranze molto specializzate costituite da maestri scalpellini, cavatori, sbozzatori, squadratori, muratori, organizzati in corporazioni che venivano generalmente pagati a cottimo per l'opera finita e consegnata.
Le tecniche costruttive erano tramandate oralmente attraverso l'istituto dell'apprendistato, dai 'maestri' ai 'discepoli'.

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  • DESCRIZIONE DELLE TORRI MEDIOEVALI